Il gioco della capoeira

Mestre Nô e Mestre Cobra Mansa iniziano ai piedi del berimbau.

A prima vista si identifica la capoeira come qualcosa di posizionato tra lotta e danza. Seppure non fuori luogo, quest’asse lotta/danza è uno strumento incompleto che non ci dice cos’è la capoeira ma solo cosa sembra.
La capoeira è principalmente un gioco.

Gioco?

Ma cosa si intende per gioco? Proviamo con degli esempi qualsiasi ad apprezzare la varietà di sfumature di questa parola: fare un girotondo, fare i cowboy e gli indiani, o i ninja alieni, fare un castello di sabbia in spiaggia, il nascondino, lanciarsi palle di neve, un indovinello, un solitario, il monopoli, il basket, la roulette, rotolarsi giù per un prato…
Chiamiamo gioco delle attività estremamente differenti, che vanno dalla creazione immaginaria di una realtà fittizia, ad attività di pazienza, a prove di abilità con o senza interlocutori, a sfide al caso, a ricerche di un’emozione fisica esilarante.

Ogni tipo di gioco richiede la sospensione del mondo esterno, la creazione di uno spazio e di un tempo alternativi. Per costruire questo spazio/tempo si possono usare fantasia, regole, rituali, luoghi specifici.
Tramite dei limiti arbitrari si crea quindi un “dentro” in cui poter esprimere una libertà incontaminata dal ”fuori”.
Questo dialogo tra limiti e libertà è quello che rende il gioco soddisfacente in ogni sua espressione.
Ovviamente non possiamo dimenticare l’aspetto sociale e aggregativo che hanno tutte le espressioni non solitarie del gioco.

A che gioco giochiamo?

Come si gioca la capoeira? Proviamo a dare una descrizione molto sommaria:
Due giocatori si muovono a tempo in un cerchio di persone che cantano e suonano, cercando di creare delle situazioni di pericolo per l’altro, utilizzando tecniche di attacco (principalmente con le gambe), schivate, finte ed acrobazie.
Lo spazio in cui i due giocatori interagiscono è creato dal cerchio (roda) di persone e dalla conoscenza comune di vicende, luoghi e personaggi leggendari evocati dai canti. L’interazione è guidata non da regole ma da “buone maniere”.

Oltre che con il compagno/avversario, si gioca con lo spazio, con la musica e con queste norme. È molto apprezzata l’abilità di infrangere o manipolare a proprio vantaggio le non-regole tramite umorismo e capacità di improvvisazione.
Il capoeirista si muove su un asse i cui estremi sono competizione e cooperazione. Durante un gioco di capoeira è normale oscillare tra questi due punti, gestendo la potenziale violenza che è sempre incombente anche se raramente espressa.
Si cerca di prevalere sul compagno/avversario senza abbandonare il tentativo di fare qualcosa di bello con lui. Nello stesso momento si lavora contro e insieme.

Quando i capoeiristi finiscono ad un estremo o all’altro di questo spettro, il gioco scompare. Emergono invece alternativamente altri due aspetti fondamentali di quest’arte: la lotta e l’esibizione (entrambi argomenti che meritano futuri approfondimenti).

Chi vince il gioco?

È importante osservare che non sempre i giocatori si dedicano ad affermare la propria superiorità, ma possono mostrare la propria abilità con la bellezza dei gesti, con la teatralità e con i molti “sottogiochi” possibili durante la loro interazione. Non esiste quindi un concetto rigido di vittoria e questa non viene cercata ad ogni costo. Un vincitore non è necessario.

Nella capoeira troviamo dunque aspetti dei vari tipi di gioco che abbiamo citato: la costruzione di un mondo “altro”, la dimostrazione di valore, il passatempo senza scopo, il rischio, il puro piacere fisico, lo scherzo, la creazione di una comunità… Sono tutti presenti anche se non necessariamente in contemporanea.
A differenza della competizione, il gioco (principalmente in età adulta) è un argomento molto poco comprensibile nella nostra società, viene visto come perdita di tempo o come momento di decompressione/evasione e quasi mai come fonte di arricchimento, di crescita e di acquisizione di capacità.
Nella cultura capoeiristica invece, lo sviluppo di abilità esportabili nel mondo “fuori” è un argomento fondamentale: la prontezza nel leggere le situazioni, la capacità di capire le intenzioni altrui, la destrezza fisica, la creatività nel capovolgere momenti svantaggiosi, sono considerate qualità che il capoeirista allena dentro la roda per poi utilizzarle nella vita di tutti i giorni.

Autore: Federico Nicolis Preto (Contramestre Federico)


The game of Capoeira

At first glance capoeira seems something between a fight and a dance. Though not wrong, this definition fight/dance is incomplete and it does not tell us what capoeira is but only what it seems to be. Capoeira is mainly a game.

Game?

But what is a game? Let’s try with some examples to appreciate the variety of meanings of this word: playing ring-a-ring-o’roses, playing Cowboys and Indians, or alien ninjas, making a sandcastle on the beach, playing hide and seek, chess, throwing snowballs, asking riddles, playing patience, Monopoly or basketball.
We call very different activities “games”, ranging from the creation of a fictional reality to activities involving patience, tests of skill with or without other players, challenges to fate or the search for a physical emotion.

Each type of game requires the suspension of the outside world and the creation of another space and time. To build this space/time, you can use imagination, rules, rituals, and specific places.
By establishing arbitrary limits, you then create an “inside” in which to express a freedom untouched by the “outside”.
This dialogue between limitations and freedom is what makes the game satisfying in all its forms.
And of course we shouldn’t forget the social and group aspects of all expressions of non solitary games.

What game are we playing?

How do we play capoeira? Let’s try and give a very brief description: two players move in time within a circle of people who sing and play music, trying to create dangerous situations for each other using techniques of attack (mainly with legs), dodges, feints and acrobatics.
The space in which the two players interact is created by the circle (roda) of people and by their shared knowledge of events, places and legendary characters evoked by the songs.
The interaction is not guided by rules, but by “good manners”.

We play not only with the partner/adversary but also with space, with music and with these norms. The ability to break or manipulate the non-rules to one’s own advantage through humour and improvisation is very much appreciated. The capoeirista moves along an axis whose extremes are competition and cooperation. During a game of capoeira it is normal to swing between these two opposite poles, managing the potential violence that is always looming although rarely expressed. We try to prevail over teammate/opponent without abandoning the attempt to do something beautiful with him/her, working against and with him/her at the same time. When capoeira players reach one extreme or the other of the competition/cooperation spectrum, the game disappears, and either one or the other of these two fundamental aspects emerge: fight and exibition (both topics that deserve further analysis).

Who wins the game?

It is important to note that the players do not always work to assert their superiority, but can show their skill through the beauty of their gestures, theatricality and many “minor games” which are possible during their interaction. Therefore, there is not a strict idea of victory and this is not sought after at all costs. A winner is not necessary.

Within capoeira are aspects of the various types of game that we have mentioned: construction of an “other” world, demonstration of valour, pastime without any ulterior motives, risk, sheer physical pleasure, play, the creation of a community, strategy… All are present, although not necessarily at the same time. Unlike competition, play (especially among adults) is understood very little in our society. It is considered a waste of time or a moment of decompression/escapism and hardly ever a source of enrichment, of growth and skill acquisition.
But in Capoeira culture the development of skills that can be exported into the world “outside” is fundamental: speed in interpreting situations, the capacity to understand other people’s intentions, physical dexterity, and creativity in overturning disadvantages, are considered qualities that the capoeirista trains in within the roda and then uses in everyday life.

Author: Federico Nicolis Preto (Contramestre Federico)

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