Capoeira nel 1944

di Ramagem Badaró
traduzione di Federico Nicolis Preto

Quest”articolo di Ramagem Badaró, uscito nell”agosto del 1944 su Saga-Magazine das
Américas e ripubblicato da Jair Moura nel 1989, è una delle più importanti testimonianze in nostro possesso sulla prassi della capoeira di un tempo. E” interessante osservare come la lotta abbia fine grazie ad uno strangolamento…
N.B.La traduzione è molto letterale per non perdere il carattere particolarmente desueto delle espressioni utilizzate dall”autore 😉
La gente formava un cerchio attorno ai due uomini che lottavano. Il berimbau suonava
ritmicamente, tin-tin-tin… tin-tin-tin… tin-tin-tin… mentre gli uomini saltavano, cadevano. Si sollevavano con un salto, e scendevano nuovamente, colpendosi reciprocamente. La gente batteva le mani accompagnando la musica del berimbau
e cantando il ritornello della capoeira:
Zum, zum, zum, zum.
Capoeira mata um
Zum, zum, zum, zum
No terreiro fica um.
Mi posizionai anch’io tra la folla e cominciai a battere le mani cercando di cantare lo zum, zum della capoeira. Nel frattempo la cosa che più mi impressionava era il berimbau. E’ un’asta piegata ad arco, curvata da un filo di ferro fissato alle estremità. Ha una zucca bucata collocata nella parte bassa dell’arco. Ma la cosa più interessante è la maniera in cui è suonato. Il musicista tiene con una mano un sonaglio di vimini con del miglio dentro, ed una bacchetta sottile. Con l’altra il berimbau. E tra il pollice e l’indice, tiene una moneta da quattrocento rèis.

Così suonava quell’uomo. Con una mano scuoteva il sonaglio infilato sul mignolo, l’anulare ed il medio e batteva con la bacchetta sul filo di ferro, mentre con l’altra mano, usando solo pollice ed indice, avvicinava ed allontanava la moneta, davanti alla zucca.
Gli uomini continuavano a lottare. Mentre i berimbau suonavano più rapidi. Qualcuno tra quelli che formavano il cerchio cantò la quadra:
Menino quem foi seu mestre?
Meu mestrefoi Salomão
Sou discìpulo que aprende
sou mestreque dà liçao.
La gente rivolta ai capoeristi cantò:

Zum, zum, zum, zum.
Capoeira mata um
Zum, zum, zum, zum
No terreiro fica um.
La stessa voce cantò un’altra volta:
O mestre que me ensinou
Està no Engenho da Conceiçao
Eu so devo è o dineiro
Saude e obrigaçao
Di nuovo la gente cantò il ritornello. E i lottatori, sudati, respirando affannosamente, si davano colpi reciprocamente. Intanto la folla di creole, negre e mulatte, battevano le mani.
All’improvviso il tin-tin nervoso dei berimbau sparì, si azzittì, si fermò. I berimbau smisero di suonare. Pure gli uomini che stavano lottando smisero. Il pubblico applaudì gli uomini che avevano smesso di lottare. E loro cantarono un
corrido , ringraziando per gli applausi.

Ai-ai delele
Iem-iem dalálá
Adeus meus irmaos
nos vamos rezar
In questo istante qualcuno gridò:
-Mestre Bimba sta per lottare!
Tutti si voltarono indietro, battendo le mani e gridando.
-Mestre Bimba…Mestre Bimba…viva…viva.

Un nero enorme, entrò nel cerchio formato dalla gente. Sorridendo. La folla applaudì più forte. Il sole batté forte sul suo volto evidenziandone i tratti. Era alto. Il viso ovale. Gli occhi fondi nascosti in un volto sporgente. Il naso piatto. La testa quasi calva. E dei piccoli baffi, radi, di forma triangolare sopra le labbra grandi. Ma, nell’insieme, era simpatico.
Quando Bimba entrò nel cerchio, i berimbau cominciarono ad accennare alcuni ritmi. E la gente applaudiva il suo idolo. In quel momento un creolo possente entrò nel cerchio, accettando la sfida. La gente commentò sul coraggio di quell’uomo, che avrebbe lottato con Bimba. Perché andare a lottare con Bimba senza essere invitato da lui, vuol dire cercare la rissa. Anche se si tratta di una semplice dimostrazione. Perché lui è il re della capoeira. I
berimbau accennarono un ritmo e uno dei suonatori chiese:
-Qual è il toque? São Bento Repicado, Santa Maria, Ave Maria, Banguela, Cavalaria,
Calamboló, Tira de-lá-bota-cá, Idalina o Conceição da Praia ?
Bimba pensò rapidamente e rispose:
-Suonate Amazonas e poi Banguela.

I berimbau cominciarono a suonare. Il creolo si avvicinò e mestre Bimba gli strinse la mano. E la gente cominciò ad accompagnare il tin-tin-tin dei
berimbau , battendo le mani. Bimba si sistemò e cantò:

No dia que eu amanheço
Dentro de Itabaianinha
Homem não monta a cavalo,
Mulher não deita galina,
As freiras que estão rezando
Se esquecem da ladainha.
Il creolo non si tirò indietro e cantò dondolando al ritmo dei berimbau:
A iúna era mandingueira

Quando estava no bebedor
Era sabida era ligeria
Mas capoeira a matou.
Applausi festeggiarono l’improvvisazione del creolo. Bimba, però, non concesse tregua alla
vittoria dell’altro. E rispose:
Oração de braço forte,
Oração de Sao Mateus
P’ro cemitèrio vao os ossos,
Os seus ossos, nao os meus.

Di nuova il pubblico applaudì, e cantò il ritornello della capoeira:
Zum, zum, zum, zum.
Capoeira mata um
Zum, zum, zum, zum
No terreiro fica um.
Il creolo non lasciò cadere la quadra di mestre Bimba e replicò:
E eu nasci no sabado
No domingo caminhei,

E na segunda-feira
A capoeira joguei.
La folla esultò ed applaudì i due lottatori al centro del cerchio. Una nera commentò:
-Che bravo! Se è bravo nella lotta come lo è nel canto, buona fortuna a Bimba.
E le persone vicino alla signora annuirono. I due lottatori muovevano i corpi a tempo con la
musica. Uno di fronte all’altro. Guardandosi negli occhi, studiandosi. Il creolo fu il primo a
cominciare. Facendo alcune finte, cercando di scoprire i punti deboli dell’avversario. Mestre Bi mba apparentemente si lasciava attirare nelle imboscate dell’altro. Il creolo cominciò a
prenderci gusto, aprendo maggiormente la sua guardia e dedicandosi di più all’attacco. La folla continuava ad accompagnare con le mani il tin-tin-tin dei
berimbau ed a cantare in coro il ritornello della capoeira:
Zum, zum, zum, zum.

Capoeira mata um
Zum, zum, zum, zum
No terreiro fica um.
mentre i lottatori continuavano muovendosi a tempo, cercando di scoprire i reciproci punti
deboli.
Ad un tratto (il pubblico) si fermò (sic) e rimase ammutolito per l’attenzione, gustandosi
l’attacco. Il creolo avanzò rapidamente, alzò una gamba e diede un’armada alla destra di
Bimba, che però non diede risultati, perché Bimba fu più rapido. Si lasciò, infatti, cadere in una negativa , mentre cercava di tirare l’avversario in una rasteira. Anche il creolo era agile e si liberò dall’attacco con un“ aú a sinistra. Bimba insistette, e lo attaccò nuovamente, cercando di prenderlo in un colar de força . Il creolo contrattaccò con una calcanheira
violentissima che Bimba schivò con un formidabile salto mortale.

I berimbau suonavano con una frenesia maggiore, mostrando l’eccitazione nervosa dei
suonatori. I battiti di mano di accompagnamento invece diminuirono molto, quasi cessarono.
Intanto il pubblico apprezzava col fiato sospeso la lotta nei suoi minimi dettagli.
Bimba capì di avere un valido avversario. Il creolo, era davvero bravo, astuto, agile e
coraggioso. Il creolo cominciò ad allontanarsi da Bimba come se stesse per dargli le spalle e
fuggire. Bimba intuì il trucco dell’avversario e rimase in guardia; i muscoli completamente
controllati, pronti per approfittare di quella opportunità. Come Bimba aveva sperato, il creolo gli diede completamente le spalle come se fuggisse dalla lotta, sperando che lui (Bimba) cascasse nel vecchio trucco della capoeira e si tuffasse in un arpão de cabeça, dandogli la possibilità di contrattaccare con un violento arpão de joelho . Ma Bimba fece appena cenno, quanto bastava perché il creolo avesse la certezza del colpo. Il
creolo vide in questo movimento di Bimba la sua opportunità. Si voltò rapido con la gamba
piegata in un fulminante arpão de joelho .
Mestre Bimba che già aveva previsto il colpo, si difese con una negativa , sgambettando allo stesso tempo l’unica gamba appoggiata a terra del creolo, con una violenta rasteira . Preso di sorpresa il creolo perse l’equilibrio e crollò a terra. Urla assordanti acclamarono la sagacia di mestre Bimba. Tutti si esaltarono, tranne mestre Bimba.

Il capoerista a terra si rialzò con la stessa velocità con cui era caduto. Ma era rabbioso ed il
sangue gli ribolliva nelle vene. Accecato dall’ira e quasi senza controllo; si allontanò da Bimba sempre muovendosi a tempo, cercando di sgombrare la mente. Il pubblico gridava e batteva le mani accompagnando il tin-tin-tin nervoso dell’orquestra e lo xique-xique dei sonagli, sempre cantando il ritornello della capoeira.
Zum, zum, zum, zum.
Capoeira mata um
Zum, zum, zum, zum
No terreiro fica um.
Nello stesso istante il creolo tornò in centro al cerchio. ed avanzò verso Bimba cercando di
prenderlo in una vingativa a sinistra. Non lo prese e fu irriso. Il creolo perse il controllo ed
avanzò pazzo di rabbia. Tentò di prendere Bimba con un leque de co tovelo e un godeme 1. Ma Bimba non si lasciava toccare. Continuava a dondolare, facendo finte, con rapide schivate.
Il pubblico era in delirio e questo lo distrasse, facendo si che abbassasse un poco la sua
guardia. Il creolo seppe approfittare di questa leggerezza, si avvicinò rapido, alzò la gamba e gli diede una benção in pieno petto. Bimba fu agile, ma non abbastanza per evitare completamente il colpo. Gli fece male il petto e l’orgoglio, poiché gli applausi erano per il creolo.
Bimba non diede tregua alla vittoria dell’altro. Si diresse verso il creolo fingendo di dare un açoito, poi provò una palma ed alzò la gamba, come per dare una benção. Il creolo si lasciò confondere dalla rapidità con cui si succedevano i colpi. pensò che quell’ultimo sarebbe stato il vero attacco che Bimba voleva portare e cercò di difendersi cadendo in negativa. Si accorse del suo errore e cercò di atterrare Bimba con un tronco de perna.

Sbagliò ancora e mestre Bimba lo dominò con una gravata cinturada , prima che lui potesse liberarsi in un balão. Bimba aveva vinto la lotta. La gente invase il terreiro applaudendo il re della capoeira. Bimba abbracciò l’avversario ed il creolo mostrò di essere uomo per davvero ed intonò:
Santo Antonio pequenino
Amansador de burro brabo
Amansei-me em capoeira

Com setenta mil diábos
Bimba apprezzò il complimento e ricambiò, cantando:
Eu conheci um camarada
Que quando nós andarmos juntos
Não vai haver cemitérios
Pra caber tantos defuntos.
La folla tornò ad applaudire e mestre Bimba abbracciò il creolo, mentre, al centro della piazza, altri due capoeristi cominciavano a lottare. Avevo trovato l’argomento per il mio reportage.

Mi congedo da Bimba e comincio a salire la ripida salita della Roça do Lobo. A metà del
percorso mi fermo per riprendere fiato. Guardo in basso, molta gente nel terreiro che si gusta la nuova lotta. La lotta del momento. Il suono dei berimbau, dei xiques-xiques e dei pandeiros salgono con me la salita. Portate dal vento vengono, con la musica, le parole di una quadra:
Oração de braço forte
Oração de São Mateus
Nas horas de meio dia
Quem pode comigo é Deus.
1 Anche se non traduco i nomi delle tecniche, in quanto difficilmente identificabili, segnalo che “godeme” è una distorsione di “God damn it!”, esclamazione di un marinaio americano colpito da una gomitata di Bimba, che apprezzando, battezzò il suo colpo.

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